9-11-2024. L’intenso connubio comunitario promuove a Isola la festa di San Martino in uno strabordante Palazzo Manzioli. Accanto alla degustazione del novello di produttori locali, il ricco spettacolo artistico-culturale organizzato dalla Comunità degli italiani “Pasquale Besenghi degli Ughi” ha portato nella località costiera isolana un pilastro comunitario a condivisione dialettale dell’evento dedicato al vino e alle tradizioni. Negli ambiti della sede sociale del Manzioli si sono alternati i gruppi della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno a celebrare in amicizia il folklore istriano del “calice” nei canti popolari. Rinomate collaborazioni di lunga data con il sodalizio rovignese, proposti tradizioni, radici e ricordi nel bozzetto folcloristico “Oûn cantoûso in San Banadito” (“Un canto a San Benedetto”) di Alessio Giuricin. Uno spaccato canoro e culturale della Rovigno semplice d’un tempo, raduno di piazza tra figure e vecchi mestieri, con protagonisti la SAC “Marco Garbin” di cui la sua presidente Nives Giuricin ne firma la regia. Sotto l’egida del maestro Riccardo Sugar, coristi e solisti sono arrivati al doppio bis di canti popolari intonando “Rovigno Mio” e “La viecia batana”, a sottolineare un bagaglio di tramandi e lasciti della nostra storia comune. Apertura nel discorso del presidente “Besenghi” Robi Štule, a fine spettacolo il classico scambio di presenti con il vice rovignese Gianclaudio Pellizzer, in rappresentanza della presidente Viviana Benussi, attorniati dalla vicesindaco isolana Agnese Babič e dalla presidente SAC, Giuricin. Breve ma intenso, il convivio enogastronomico a seguire ha invaso il Manzioli nell’impronta autunnale a tema detta del gruppo pittorico “La Macia”, che tra grappoli, tralci, viti, vigneti e bottiglie virtuali su tela, ha accompagnato ospiti e pubblico nella serata danzante a seguire, che si è protratta a notte inoltrata. Ad animarla, Sergio Preden Gato e le Volpi. L’ormai assodata band rovignese ha eseguito brani tradizionali, hit italiane anni ’60-‘70 e proposte di carriera del suo performer, Gato. Il folto pubblico accorso non ha mancato di scatenarsi facendogli da eco e brindando a tema perché “a San Martin, ogni mosto diventa vin”, inevitabile non metter mano ai “novelli” isolani delle cantine locali.
Testo e foto: Elena Bubola