16-11-2024. Nell’anno in cui ricorre il 70° anniversario della firma del Memorandum di Londra, la Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola, con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Capodistria, ha dato il via a un programma storico di alto rilievo. Articolato in quattro appuntamenti con importanti studiosi, il progetto ha lo scopo di creare e sollecitare un nuovo dialogo riappacificato e coeso in queste zone di confine. Il cuore della prima serata è stato l’intervento di Paolo Mieli, celebre giornalista e saggista italiano, che ha dialogato con tre studenti universitari, Gabriele Steffé, Caterina Napolitano e Giuseppe Pellegrini, approfondendo temi cruciali legati alla storia dell’Istria e al suo complesso intreccio di identità e storie familiari. Mieli ha affrontato con molta lucidità e altrettanta sensibilità gli eventi che hanno attraversato questa terra, dal periodo veneziano, la dominazione austro-ungarica ai drammi del Novecento, dal ventennio fascista, alle guerre mondiali, sino alla violenza che le ha seguite. “La tragedia dell’Istria è stata doppia: ha subito ferite in tempo di guerra e in tempo di pace”, ha sottolineato Mieli, ribadendo l’importanza di una narrazione condivisa e di una vigilanza continua contro le insidie del revisionismo. “La memoria ha delle ferite che, qualche volta, bruciano ancora. Una foto, il racconto di un nonno, un diario ritrovato, sono come braci che covano sotto la cenere” ha dichiarato Mieli. Chi vuole capire e vivere in queste zone – cosa che, peraltro, vorrebbe fare lui stesso – deve avere un alto livello di comprensione poiché non c’è posto per visioni manichee e radicalizzate che vogliono indicare chi sono i colpevoli: “Questi atteggiamenti sono tenaglie che tengono aperte le piaghe, impedendo che possano guarire” ha aggiunto.
L’evento, che ha registrato una folta partecipazione, è stato anticipato dall’inaugurazione di una mostra curata da Michele Fatigato, presidente della CI “Dante Alighieri”, dedicata agli insediamenti umani in Istria dall’età del bronzo fino all’epoca romana. La narrazione proposta nei pannelli accuratamente bilingue, ha sottolineato Fatigato, mira a esaltare le bellezze estetiche e architettoniche, superando le divisioni e proponendo, come un dono, una visione integrata e plurale della storia istriana.
La presenza dell’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Giuseppe Cavagna, del console generale Giovanni Coviello, dei sindaci dei comuni italiani, croati e sloveni dell’ex Territorio Libero di Trieste e dell’Istria, nonché dei rappresentanti istituzionali della CNI, ha ribadito questo messaggio, che vuole tracciare un percorso di convivenza a una casa comune, l’Unione Europea.
Testo e Foto: Mariangela Pizziolo