DANTE LIBERA TUTTI- LIBERTA’ DEL SOMMO POETA

16-03-2023. Giorgio Moretti è tornato ospite a Palazzo Manzioli per la seconda serata consecutiva, questa volta per presentare, insieme ai coautori Lucia Masetti e Salvatore Congiu, il libro “Dante libera tutti”, una pubblicazione UPAG. Già il titolo, seppur con una pizzico di leggerezza, riassume pienamente lo spirito del testo: le libertà che il Sommo Poeta si è preso come letterato e come individuo possono essere un modello per tutti. Il professor Salvatore Congiu si è soffermato sul contributo che Dante ha dato alla nascita della lingua italiana e sulle scelte linguistiche originali, e talvolta irriverenti, che lo hanno reso un formidabile progressista. Uscendo dai canoni dell’epoca, egli infatti ha liberato la sua lingua aprendosi ai dialetti, ai forestierismi, al plurilinguismo e alla creazione di parole nuove, laddove quelle in suo possesso non fossero sufficienti ad esprimere il suo pensiero. “L’identità linguistica si definisce con il confronto costante con il diverso” ha concluso Congiu, prima di passare la parola a Lucia Masetti. Lei è partita da una riflessione semplice, ma universale: la letteratura, grazie alla sua pertinenza con la realtà, può sempre offrire una mappa per orientarsi nella vita vera. Il corpus dantesco è ricchissimo di lezioni e di stimoli anche attuali, poiché parla di amore umano, di erotismo, di gelosia ma anche di lode e di amore disinteressato, ci parla di speranza e ci lascia liberi di credere che la redenzione, umana o celeste, sia possibile per tutti. Giorgio Moretti ha concluso la presentazione ricordando quelle che, dal suo punto di vista, sono le più moderne libertà dantesche da cui farsi ispirare: quella di annoiare, quella di essere incoerenti e – soprattutto – quella di giudicare i propri maestri. L’evento, come ha ricordato nell’introduzione la professoressa Marisa Semeraro, è frutto della proficua collaborazione tra Università popolare di Trieste, Istituto dell’Educazione della Repubblica di Slovenia, e il Consolato Generale d’Italia a Capodistria.

TESTO E FOTO: MARIANGELA PIZZIOLO

 

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