COMUNICATO STAMPA

In relazione alla seduta del 5 settembre alla CAN Comunale di Isola, riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato che segue.

 

COMUNICATO STAMPA

A seguito del comunicato stampa di data 8 settembre 2025 diffuso dal Presidente della CAN di Isola, Jan Pulin, le sottoscritte desiderano prendere le distanze da quanto da lui dichiarato a nome del Consiglio della CAN di Isola.

Lo scorso venerdì 5 settembre si è tenuta la XIX seduta ordinaria del Consiglio della CAN di Isola, alla quale ha partecipato un numero elevato di cittadini. Nel comunicato del Presidente si afferma che una decina di connazionali avrebbe tentato di bloccare i lavori della CAN, rendendosi quindi responsabili di quanto accaduto. Le sottoscritte non condividono tale ricostruzione dei fatti: ad eccezione di un applauso da parte di uno spettatore, il pubblico si è comportato in maniera corretta e rispettosa. I toni si sono accesi solo in seguito alla decisione del Consiglio di chiudere la seduta al pubblico.

Più volte, in quell’occasione, è stato richiamato il Regolamento di procedura della CAN di Isola, che all’articolo 2 prevede la possibilità di chiudere i lavori soltanto in presenza di motivi di pubblica utilità, qualora lo stabiliscano la legge, lo statuto o altra normativa. È bene ricordare che il concetto di pubblica utilità (o interesse pubblico) costituisce un concetto giuridico indeterminato, che il legislatore impiega quando intende garantire flessibilità rispetto alle circostanze concrete della vita e quindi il suo contenuto si sviluppa in modo dinamico. Sul suo contenuto decidono di volta in volta le autorità competenti quando devono dimostrare e motivare perché, nel caso concreto, la pubblica utilità prevalga sull’interesse privato e la sua applicazione si sviluppa attraverso la giurisprudenza, la dottrina e la prassi amministrativa. Nel caso specifico, riteniamo che – in base allo Statuto della CAN di Isola, al Regolamento di procedura della CAN di Isola e alla Legge sull’accesso alle informazioni di carattere pubblico – non vi fossero le condizioni per chiudere la seduta del Consiglio al pubblico.

Inoltre, le sottoscritte, consigliere della CAN di Isola, dichiarano di essere state – e di essere tuttora – del tutto ignare del fatto che il Presidente, insieme ad altri consiglieri, abbia attivato “tutte le procedure per la tutela dei diritti”, come riportato nel suo comunicato.

Consideriamo pertanto del tutto infondata e pericolosa l’affermazione secondo cui una decina di connazionali sarebbe stata “chiaramente organizzata per scopi politici e determinata a svolgere un tentativo di ingerenza nelle dinamiche interne di un’istituzione della CNI”. È inoltre falso che tali persone (tutte) siano state identificate dalla Polizia.

Condividiamo invece quanto espresso dal Presidente Pulin sul ruolo cardinale del diritto delle Comunità Nazionali autoctone di organizzare autonomamente la propria azione politico-sociale. Tale principio, tuttavia, va sempre accompagnato dalla consapevolezza che a ogni diritto corrisponde anche un obbligo, soprattutto quando si tratta di istituzioni pubbliche. All’individuo è consentito tutto ciò che non è espressamente vietato; allo Stato, invece, è vietato tutto ciò che non è espressamente concesso.

In conclusione, le sottoscritte intendono esprimere rammarico e disappunto per l’accaduto, auspicando che in futuro la CNI possa ritrovare la serenità, il dialogo e l’apertura che da sempre la contraddistinguono.

 

La consigliere del Consiglio della CAN di Isola, Vita Valenti

La consigliere del Consiglio della CAN di Isola, Selene Mujanović

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *