Gianfranco Jannuzzo in “Recital”

15-12-2023. Il »Recital« di e con Gianfranco Jannuzzo andato in scena questa sera presso il Teatro cittadino di Capodistria è l’omaggio offerto alla Comunità italiana dei quattro Comuni costieri in prossimità delle festività natalizie e di fine anno, dal Consolato generale d’Italia a Capodistria, organizzato in collaborazione con l’Università Popolare di Trieste e la Comunità degli italiani »Santorio Santorio« di Capodistria. Alla presenza di un folto pubblico e numerose autorità in platea, l’attore siciliano, nativo di Agrigento, ha esordito nel monologo con la parlata della sua terra, tanto amata e di cui ne va molto orgoglioso. Ha racconto la sua Sicilia, attraverso semplici quadretti di vita quotidiana, così come l’ha vissuta e conosciuta. Una terra allegra e amara, spensierata e triste, meravigliosa e spietata, solare e introversa, indolente e attiva, che ha imparato ad amare, come si ama una donna, attraverso i suoi genitori. Geograficamente figura come un’isola, ma sicuramente rappresenta un ponte per mille culture, ha spiegato Jannuzzo, mettendo comunque in evidenza le sue eterne contraddizioni. Attraverso di essa ha raccontato i fratelli italiani diversi d da Nord a Sud ma caratterizzati dallo straordinario senso dell’umorismo, essendo in grado di ridere di tutto e di tutti e, soprattutto di sé stessi. L’attore descritto gli italiani attraverso l’uso dei vari dialetti, una forza di comunicazione straordinaria che per la loro immediatezza, spontaneità, ricchezza di sfumature, generalmente rivelano il carattere, l’intima indole di chi li adopera, siano essi veneti, calabresi, liguri, o campani. Il “Recital” si è alternato tra momenti di esilarante comicità a riflessioni profonde su tematiche attuali e sulla vita privata del poliedrico attore, condita da frangenti di commozione. Per un’ora e mezza Jannuzzo ha coinvolto la platea, rapita dalla sua bravura, sincerità e generosità. La serata è proseguita con una parte conviviale e un brindisi, accompagnato dall’auspicio di un buon 2024.

Testo e foto: Mariella Mehle

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