Orange wine, un’ode alla natura 

26-04-2024. L’Orange Wine Festival, ideato dalla famiglia Zaro e promosso da VinAdria, celebra dal 2012 i vini bianchi macerati, caratterizzati dalla loro sfumatura arancione. Questi vini, ottenuti da uve bianche con una tecnica di vinificazione simile a quella dei rossi, si contraddistinguono per il loro intenso colore ambrato e per i complessi profumi fruttati ed erbacei. Originariamente legati ad antiche tradizioni, stanno vivendo una rinascita grazie al lavoro dei produttori, spesso pionieri nel campo della sostenibilità e dell’autenticità. La produzione si sta diffondendo dalle regioni intorno al Mar Adriatico a molte altre parti del mondo, sia in Europa che in Nuova Zelanda che negli Stati Uniti. L’Orange Wine Festival, nato per celebrare questi vini e la loro lavorazione biologica, biodinamica o naturale, attrae un vasto pubblico internazionale, inclusi intenditori, vignaioli, contadini e appassionati, promuovendo la filosofia del minimo intervento in agricoltura.

Dopo il successo al Vinitaly di metà aprile, il Festival è tornato oggi nel suo luogo natale, ospitando in Piazza Manzioli, nell’omonimo palazzo e nella Chiesa di Santa Maria d’Alieto, più di 60 aziende vinicole provenienti da 8 paesi. Ad accogliere i numerosi partecipanti è stata Agnese Babič, coordinatrice culturale della CAN di Isola, che insieme alla Parrocchia e al Comune è partner dell’evento. Presenti i rappresentanti delle istituzioni, la presidente della CAN Vita Valenti e il Parroco Janez Kobal che, testimoni della fruttuosa collaborazione tra le realtà isolane, hanno voluto sottolineare l’importanza di questo prodotto: un dono quotidiano, un’ode alla natura. Oltre alla degustazione di 240 tipologie di vino, l’evento ha offerto anche una vasta selezione di prodotti gastronomici locali, dai sapori più rustici sino ai profumi più gourmet. Una manifestazione carica di soddisfazione, frutto di “un duro lavoro, che fa piegare le ginocchia” – ha detto il portavoce degli organizzatori Matej Zaro – “ma ogni vino qui presente è un’interpretazione unica del territorio da cui proviene, e racconta la storia dell’artista che l’ha prodotto”. 

Testo e foto: Mariangela Pizziolo

 

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