5-12-2023. L’attività culturale di dicembre a Palazzo Manzioli è stata avviata questo pomeriggio con la presentazione del calendario in “Arte e Poesia 2024” curato dal critico d’arte, scrittore e poeta triestino Enzo Santese. Attraverso la proiezione delle immagini e dei testi che sono abbinati alle pagine dei dodici mesi, Santese ha illustrato le immagini e poesie di significativi artisti e poeti contemporanei soffermandosi con appunti critici sulle caratteristiche principali delle opere raccolte. La copertina di un bel colore blu che “sembra un calendario isolano”, ha commentato la coordinatrice culturale della CAN di Isola Agnese Babič Babič, ritrae un vortice di sardine. L’autore è il gradese Gianni Maran, il quale attraverso una metafora ha illustrato la nostra società, nella quale molte volte si è inglobati senza che ce ne rendiamo conto. Ma c’è sempre qualcuno, come il pesce rosso raffigurato contro corrente, che riesce a far valere le proprie peculiarità soprattutto quelle interiori. L’auspicio di Santese è di non seguire nella quotidianità il pensiero dominante, ma di tirare fuori la nostra irripetibilità umana, personale e farla valere anche compatibilmente con il rispetto dell’altro. Il critico triestino, nel sottolineare il desiderio che il prossimo anno sia completamente diverso dagli ultimi tre colpiti da pandemie varie, ha spiegato che le poesie prescelte in genere contengono tutte il filo di una speranza anche laddove inquadrino una situazione che può far virare l’umore verso un tono disperato. Sotto sotto comunque contengono una speranza che ci sia sempre e comunque l’idea di una possibilità di rigenerazione. Tra gli artisti del perimetro istriano che hanno partecipato alla realizzazione del calendario, compaiono Fulvia Zudič, Lorella Fermo, Giacomo Scotti, Bruno Paladin e Zdravko Milić, quest’ultimi anche presenti in Sala Nobile. A chiudere il calendario un’opera di Giulio Telarico intitolato “Conversazione” dalla quale trae spunto anche l’augurio di Enzo Santese affinché gli individui, i gruppi e gli Stati possano trovare nella parola il veicolo che li porti all’incontro.
Testo e foto: Mariella Mehle