13.11.2023. La CAN Costiera e il Centro italiano di cultura, formazione e sviluppo “Carlo Combi” hanno organizzato al Cinema d’essai Odeon di Isola la proiezione di “Trieste è bella di notte”, prodotto da Zalab nel 2023. Il film-documentario, con la regia engagée di Andrea Segre, Stefano Collizzoli e Matteo Calore, tratta il tema della migrazione lungo la rotta balcanica, denunciando in particolare la pratica delle “riammisioni informali” – così definite dal Ministero dell’Interno italiano – messa in atto da maggio del 2020 a gennaio 2021. In questo periodo la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia ha riportato in Slovenia più di 1.300 persone, respinte a catena fino alla Croazia e poi a Bihać, in Bosnia ed Erzegovina. Il Tribunale di Roma ha stabilito l’illegalità di questa operazione, che viola al contempo i diritti umani e il trattato di Dublino – che dovrebbe regolare il sistema d’asilo nell’UE – tuttavia il Governo italiano non ha mai ammesso la propria responsabilità. Il film si costruisce su testimonianze, immagini girate dai migranti durante i loro viaggi e video in presa diretta, e racconta la storia di alcuni ragazzi pakistani e afgani, che hanno subito le riammissioni sulla loro pelle, e di un gruppo che dalla Bosnia si prepara ad affrontare il “game”. Viene chiamato così, come se fosse una roulette russa, il tentativo di arrivare in Italia, attraverso la fame, il freddo, la fatica e la violenza psicologica e fisica perpetrata delle forze dell’ordine. Alla proiezione del film, è seguita un dibattito, moderato dal segretario della CAN Costiera, Andrea Bartole, con Gianfranco Schiavone, presidente del Centro Italiano di Solidarietà di Trieste, nonché ideatore del film, e con Ismail Swati, mediatore culturale e traduttore pakistano. Commentando la violenza particolarmente efferata della polizia croata e le politiche con cui l’UE controlla i propri confini, Schiavone ha affermato: “Questa strategia, che si avvale della violenza pur fingendo di non saperlo, non è che un modus operandi collaudato e criminoso per trasformare i migranti in fantasmi che non lasciano traccia del loro viaggio, se non nei loro stessi corpi”.
Testo e foto: Mariangela Pizziolo