18.07.2023. Già da undici anni, Piazza Manzioli ospita “Isola in Musica”, un Festival dedicato al cantautorato locale e italiano, che oltre a celebrare la buona musica, riesce a tenere viva la partecipazione alle attività della comunità italiana anche durante il periodo estivo e a favorire la promozione culturale e turistica della città.
In collaborazione con il Centro della Cultura, dello sport e delle manifestazioni della città – la Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola ha invitato, per la prima delle tre serate in programma, Rudi Bučar e il gruppo musicale Banda, composto da Matija Bobič, Anzě Vrabec, Marko Hrvatin, Jan Baruka, Goran Krmac, Simon Markežič, Marko Toškan, Gaber Radojevič; sul palco è salito anche Tomaž Boškin, che ha cantato con Bučar una canzone del suo gruppo, i Gedore.
Il pubblico era davvero numeroso, tanto da posizionarsi sino alle entrate dei vicoli che portano a Piazza Manzioli o dietro al palco; e la partecipazione era tale da attirare l’attenzione – e qualche danza – anche dei turisti. Bučar, originario proprio di Isola, è un autore ormai famoso a livello nazionale e internazionale, ed è noto per la sua versatilità: jazz, folk, rock, e testi in sloveno, italiano e istroveneto che parlano dei temi più vari, come il tempo che scorre, il ricordo dell’infanzia, l’amicizia, l’amore, il desiderio e il legame con la propria terra, la cara Isola. Non sono mancati gli omaggi ad altri autori come Đorđe Balašević e Iztok Mlakar, e non è tardato neppure l’apprezzamento del pubblico: a fine concerto, con gli applausi, ha richiamato Bučar e la Banda sul palco più volte. Un grandissimo successo per questo Festival, che fortunatamente non si è ancora concluso: come ha ricordato la coordinatrice della CAN Agnese Babič, “Isola in Musica” proseguirà promuovendo due cantautori italiani. Gli appuntamenti, alle ore 21, sono per stasera, mercoledì, 19 luglio, che vedrà l’esibizione di Francesco Buccini Acustic Trio; e per venerdì, 21 luglio, che avrà come ospiti Tony Esposito e la sua band.
Testo e foto: Mariangela Pizziolo