11-12-2025. Che ne discutino pure, che ne dicano ciò che vogliono, ma luoghi più magnifici di Trieste non si possono trovare. E anche se i triestini ne parlano a volte con ironia, in fondo non possono sfuggire al fascino mitteleuropeo, vivace e talvolta godereccio della loro città. Ecco lo spirito che permea la produzione letteraria e le canzoni popolari di fine Ottocento e inizio Novecento del capoluogo giuliano, le quali sono state al centro del Concerto per il Nuovo Anno a Palazzo Manzioli. Organizzato dalla Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola per dare il benvenuto al 2025, l’evento è stato un viaggio musicale e culturale che ha celebrato Trieste e la sua anima, dalle tracce più popolari sino alle sfere in cui ha operato Italo Svevo. L’ensemble Lumen Harmonicum, diretto dal Maestro Massimo Favento, ha eseguito un programma che ha unito in modo intrigante musica viennese, motivi tradizionali triestini a citazioni letterarie più colte. In scena, insieme al violoncello del Maestro, al violino di Marco Favento e al pianoforte di Corrado Gulin, c’era Paolo Venier, che ha interpretato i testi canori e poetici. Tra le melodie proposte, “Fazzo l’amor, xe vero”, una delle canzoni popolari più radicate, che racconta la storia di una donna emancipata dalla giovinezza alla vecchiaia, e “Che i cicoli che i ciacoli, xe poco de babar”, che celebra e rende omaggio alla città. In scaletta anche “E quando sona l’Avemaria, mi sula boca te baserò”, un brano d’amore e d’attesa, e il divertente pezzo “L’amor xe un fluido”, che narra la storia di un elettricista e una modista. Il concerto ha celebrato inoltre architetture ed elementi naturali sospesi tra il mare e i colli, come San Giusto, luogo di ritrovo, la Bora, donna da amare o strega da temere, e il Caligo, la nebbia che avvolge le vie e i caffè di malinconia. Alla serata, molto apprezzata dal pubblico per le esecuzioni magistrali e per lo spirito arguto delle citazioni, erano presenti anche il deputato italiano al Parlamento Sloveno, Felice Ziza, e il presidente della Comunità degli Italiani, Michele Fatigato, che ha colto l’occasione per augurare un buon anno ai presenti e a tutti coloro che parteciperanno alle attività del sodalizio.
Testo e foto: Mariangela Pizziolo
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