Giorno del Ricordo: “Vola Colomba” nel cielo della storia

L’evento per la commemorazione del Giorno del Ricordo, organizzato il 12 febbraio a Palazzo Manzioli dalla Comunità degli Italiani “Dante Alighieri” di Isola, si è aperto sulle note dolci e malinconiche del brano “Vola Colomba” cantato da Nilla Pizzi, accompagnamento musicale del montaggio video realizzato da Dragan Sinožič, con immagini e riprese in bianco e nero a rievocare il passato degli isolani. Sono seguiti i saluti e i ringraziamenti della presidente della Comunità “Dante Alighieri” Evelin Zonta e di Felice Žiža, deputato al seggio specifico della Comunità Nazionale Italiana alla Camera di Stato slovena. Ospite della serata, per celebrare la giornata del 10 febbraio istituita dallo Stato italiano nel 2004, il Console generale d’Italia Capodistria, Giovanni Coviello. Relatori sono stati lo storico Kristjan Knez, direttore del Centro Italiano di cultura “Carlo Combi” di Capodistria, e Franco Degrassi, esule isolano che lasciò la sua “piccola patria”, insieme alla famiglia, all’età di 13 anni, oggi presidente dell’IRCI – Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata di Trieste.Dopo un breve incipit volto a contestualizzare la complessa storia dell’Adriatico orientale e a stimolare una riflessione sul concetto di “frontiera”, Knez ha ripercorso le principali vicende storiche che hanno segnato le regioni della Venezia Giulia, dell’Istria, della Dalmazia e del Quarnero, territori caratterizzati da sovrapposizioni linguistiche, culturali, e primariamente identitarie, teatro nel secondo dopoguerra di cambiamenti dolorosi e di un destino violento, emblematici di una tragedia di portata europea, fatta di spostamenti di confini, espulsioni e ripopolamenti. Nel secondo dopoguerra lo spazio ex iugoslavo è attraversato da una lunga stagione di violenze – tra infoibamenti, esecuzioni sommarie, deportazioni – non meri strumenti di una guerra di liberazione dal nazifascismo, ma segni di una rivoluzione in atto. È l’epoca delle stragi, il territorio dell’attuale Slovenia è una grande ecatombe, risultato della politica di “integrazione selettiva” del nuovo regime, per “ripulire il territorio dai residui del fascismo e dai nemici del popolo”, di fatto da tutti coloro che non seguivano le direttive del nuovo potere e non appoggiavano il nuovo sistema economico e sociale. Prende forma il dramma dell’esodo, “la catastrofe dell’italianità adriatica”, e la popolazione maggioritaria italiana si riduce a Isola del 90%, come testimoniato anche dai dati dei censimenti iugoslavi del 1945 e del 1961. La Comunità Italiana che oggi abita le Repubbliche di Croazia e Slovenia è in un qualche modo un prodotto stesso di questo esodo, ha evidenziato Knez, che ha sottolineato, inoltre, la necessità di abbracciare una prospettiva ampia, che superi la storia circoscritta e comprenda i processi nel lungo periodo. I tempi sono maturi, e si desidera ricordare: l’intervento dell’esule isolano Franco Degrassi è stato, in questo senso, prezioso. Ha ripercorso la storia della sua famiglia di marittimi, l’esodo, il periodo passato in campo profughi a Trieste, le difficoltà per studiare e lavorare, nell’intento di costruirsi una nuova vita lontano da casa propria. Il desiderio del ricordo si unisce oggi anche alla volontà condivisa da Italia, Slovenia e Croazia, di definire una modalità comune per trasmettere nelle scuole questi argomenti, ha riportato il parlamentare Žiža, una nuova narrazione che tenga conto delle diverse prospettive e sensibilità delle comunità nazionali coinvolte.

 

TESTO E FOTO: ELENA RICARDI DI NETRO

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